
Semplificare i processi aziendali: ecco cosa serve (veramente) ad un impresa
Per capire fino in fondo l’importanza di aiutare l’imprenditore attraverso la semplificazione dei suoi processi aziendali è opportuno raccontare un aneddoto.
Non sempre la perfezione tecnica è la scelta perfetta
Nei primi anni del corrente secolo uno sbarbatello alle prime armi nel campo informatico collaborava con la Porto di Carrara affiancando fior di programmatori con il solo compito di spiegare all’utilizzatore il nuovo software che avrebbe permesso di avviare al lavoro (in modo automatico) i vari dipendenti. Il nuovo software permetteva che i portuali venissero divisi in mansioni, tenendo presente la capacità del singolo lavoratore a maneggiare certe tipologie di merce. Il programma era scritto benissimo e funzionava senza intoppi ma aveva la grossa pecca di non aver considerato il lato umano del lavoro.
Per una serie di casi sfortunati in quel periodo in Porto veniva movimentata una solita tipologia di materiale che impediva ad alcuni dipendenti (ritenuti non adatti) di entrare nella normale rotazione lavorativa mensile. Inoltre con la classificazione prettamente informatica capitava spesso che alcune persone lavorassero insieme anche se in queste non andavano d’accordo fra loro.
Nel primo caso alla fine del mese le rotazioni sui turni non erano equilibrate mentre nel secondo caso i dissapori minavano la tranquillità del gruppo a discapito della sicurezza.
Chiaramente il responsabile dell’epoca bocciò il tutto e non permise che il software venisse utilizzato. Pur essendo un programma rivoluzionario e ben realizzato, non aiutava il cliente a migliorare i processi aziendali, anzi se possibile li peggiorava creando malumore. Ma quali errori erano stati commessi? La colpa era esclusivamente dei tecnici? Come si è risolta la questione?
Ciò che serve è una corretta analisi
Per fare una corretta ANALISI c’è bisogno di colui che spiega con cognizione di causa e di colui che ascolta e recepisce. In questo caso, il cliente aveva dato l’incarico di spiegare ad una persona non completamente dentro alle procedure aziendali, mentre la software house aveva di fatto sentito e non ascoltato, non ponendo la giusta attenzione sugli equilibri e sulle reali esigenze del committente.
La Porto di Carrara voleva facilitare e velocizzare il lavoro, ma non era l’avviamento dei lavoratori che poteva essere informatizzato con automatismi perché in quello specifico processo aziendale era di vitale importanza la sensibilità umana che nessun software (all’epoca) poteva garantire.
Se si fossero individuate le “vere” esigenze, si sarebbe compreso che il vero nodo che l’azienda portuale doveva sciogliere era il passaggio verso la consuntivazione e di conseguenza verso le paghe. A quel tempo tutto avveniva attraverso fogli scritti a mano e con passaggi su più operatori che di fatto portavano lentezza e un margine d’errore molto alto.
Alla fine, l’avviamento fu lo stesso informatizzato lasciando però in mano al responsabile dei turni la possibilità di stabilire chi faceva cosa, ma collegandolo l’intero processo però direttamente alla consuntivazione. Tutto questo permise ai responsabili paghe di avere una situazione in tempo reale (portando vantaggi anche a chi avviava) ed inoltre l’inserimento dei dati avveniva una volta sola e poi si procedeva con modifiche e/o aggiunte.
E alla fine tutto si riduce all’ascolto
Tutto questo fu possibile perché lo “sbarbatello alle prime armi” andò ad interpellare gli operativi sul campo e a vedere come si svolgeva il lavoro, comprendendo fino in fondo le effettive necessità e facendo loro capire quali vantaggi avrebbe portato una implementazione informatica.
Questa è la filosofia che in ogni ambito accompagna la GM: il cliente è al centro e una volta ascoltato e recepita la sua richiesta d’aiuto gli va tracciato un cerchio per fargli capire l’espansione del suo business tramite l’utilizzo dell’informatica.